martedì 5 febbraio 2008

Fine della Rappresentanza: II La democrazia madre


E' una corsa inedita, senza favoriti. La rete la sta facendo da padrona. Il cambiamento è alle porte, chi saprà raccogliere la sfida? I candidati hanno capito che è giunto il momento di voltare pagina. E' il nuovo Kennedy, il nuovo Regan, la moglie di Kennedy sta con lui, il resto della famiglia vuole lei. L'America è stanca di George Bush. We can, together we can.

In verità c'è un'unica costante: dalle elezioni del 1980 chi investe più soldi nella campagna elettorale vince le elezioni, traslato questo dato numerico può essere tradotto così: più riempi la sala di coriandoli e palloncini, più hai possibilità di vincere. I coriandoli e i palloncini sono gentile concessione delle più grandi corporation mondiali che per non rischiare finanziano più campagne contemporaneamente.

La rappresentanza perde aderenza con il senso comune. Il fatto che i grandi interessi economici esproprino la politica delle sue funzioni primarie è ormai un fatto sempre più difficile da dissimulare. I tentativi a questo proposito si sviluppano e si evolvono in continuazione. Loghi brillanti, rottura della quarta parete, lacrime. Non mancano i grandi classici: Martin Luther King, vocazione religiose, precedenti di droga, divorzi, omosessualità. Insomma, una grande parate circense fatta di trapezi, clown, contorsionisti e donne cannone.

L'unico modo per distrarre dal nulla è spettacolarizzarlo.