Per prima cosa le basi, o almeno quelle che penso possano essere le basi.
L'Economia ha svariate definizioni, quelle più in voga non sono certo pensate da chi sta dalla parte sbagliata della barricata, infatti si parla di Economia come "scienza che studia le decisioni razionali in un contesto di scarsità di tempo e di risorse". Piuttosto pessimistica come ipotesi, diciamo che sembra essere una maledizione scagliata dopo la cacciata dall'Eden, manca solo la constatazione che le donne partoriranno con dolore. E proprio perchè razionale voglio essere pure io sarebbe interessante far partire la trattazione proprio dalla cacciata dall'Eden.
Adamo ed Eva preferiscono sapere la differenza tra Bene e Male e sono dunque gettati in un mondo di scarsità e privazioni, in un mondo dove ogni decisione esclude l'altra, impossibilitati così a raggiungere una felicità ed una pace duratura.
Da questo evento alla produzione in serie dell'IPhone sono intercorse tre rivoluzioni.
La prima è quella agricola.
Il fiorire delle civiltà antiche porta Socrate all'affermazione che conoscere se stessi è la strada per arrivare, senza raggiungerla questo è certo, a questa tanto osannata felicità. Un secolo dopo Aristotele osserva come l'uomo sia un animale sociale e trovare se stessi partendo da una costante relazione interpersonale sembra la strada più naturale da seguire.
La seconda è quella industriale.
Adamo (arieccolo) Smith aggiunge all'affermazione di Aristotele che l'uomo è sociale perchè scambia con altri uomini al fine di un adempimento più ragionevole dei propri bisogni. Marx illustra come questo sia vero, ma spiega le ragioni di come non possa funzionare a lungo se lasciato a se stesso, in quanto le differenze originarie derivate da precedenti scambi porteranno a scambi (di merci e di lavoro) sempre più iniqui e finisce che questi attriti diventano insostenibili.
L'Economia si affina, la divisione del lavoro progressivamente si efficentizza e la produzione in serie diventa il consumo di massa. Tra la prima e la seconda guerra mondiale l'economia soffre di recessione e disoccupazione, le persone si maciullano la testa a capire quali sono le falle del sistema, per quale motivo non sia sostenibile in maniera duratura; certi dànno retta a Marx e certi capiscono che il discorso è da ribaltare: nello scambio non è più importante chi produce, ma chi consuma; allora si riconsidera l'idea di felicità (vedi sopra) per spingere le persone a scambiare. Chi non vorrebbe essere felice? Chi non vorrebbe consumare? Per chi non trovasse una stretta correlazione fra queste due domande ci sono ottimi sistemi per fargli cambiare idea. La seconda rivoluzione avanza furiosa avvalorata dal dogma precedentemente esposto felicità=consumo, miliardi di persone trovano la forza di contribuire a queste magnifiche sorti e progressive ben memori di quel dogma.
La terza è quella informatica.
L'ingegno umano sospinto all'estremo concepisce via via sempre nuovi passi in avanti nel campo della produttività, cioè nel campo di quell'arsenale meccanico-tecnologico che aumenta la ricchezza mediamente prodotta in un'ora di lavoro umano.
La produzione in serie dell'IPhone dalla cacciata dall'Eden è bella che raggiunta, ma chissà perchè l'idea di partenza (la pace e la felicità) invece che sempre più prossima sembra sempre più imperscrutabile.
Perchè mano a mano che cresce la ricchezza che un singolo uomo può produrre in un'ora l'utopia dell'abbondanza sembra sempre più distante?
Perchè l'economia è ancora così schiava del concetto di scarsità?
martedì 21 agosto 2007
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