
Tira una brutta aria. Oggi le due persone più influenti d'Italia, Alessandro Profumo e Joseph Ratzinger, hanno trattato lo stesso argomento: il primo ha detto che l'approvazione dell' aumento di capitale di 6,6 miliardi da parte del cda di Unicredit è una solida base antispeculazione, il secondo invece ha parlato a braccio (cosa assai rara) di come la vacuità dei soldi sia incomparabile con la solidità della Parola di Dio.
La borsa sembra aver dato ragione al secondo visto che Milano ha perso l'8,24% e il Dow Jones a New York sta perdendo, mentre scrivo, circa il 5%.
Come si è arrivati a questo? E' possibile che le richieste di alcune merchant bank americane al Congresso e ad Alan Greenspan (precedente governatore della Banca Centrale americana) a proposito di una piccola deregolamentazione sui mutui abbiano portato a questo tracollo finanziario e a questa totale incapacità di farne fronte? La risposta è sì.
L'integrazione finanziaria mondiale è un fiume in piena. Merchant Bank, banche commerciali, fondi di investimento, banche d'affari e mediocredito hanno una quantità di partecipazione reciproche che a confronto gli incroci delle correnti interne del Partito Democratico impallidiscono.
I soldi e le informazioni viaggiano a velocità siderali, la concorrenza dei fondi di investimento è sempre più accesa, si ricorre a meccanismi vorticosi per aumentare i rendimenti attesi come la forzatura artificiosa delle quotazioni azionarie ed il prestito ad alto rischio (e ad alto tasso d'interesse). Il principale strumento finanziario per permettere quest'ultima categoria di transazioni è il prestito subprime. Infatti mentre il prestito prime è concesso a debitori con un'accertata capacità di risoluzione del debito, i subprime sono concessi a pignorati, bancarottisti e genericamente persone che detengono un'elevata probabilità di inadempienza. I soggetti in questione sono chiamati in gergo Ninja, cioè No Income, No Job or Assets.
Perchè prestare dei soldi a questi poveri sbandati? Molto semplice, perchè la deregolamentazione degli scambi creditizi ha permesso di prendere questi titoli creditizi (cioè il diritto a riscuotere i soldi derivanti dai prestiti subprime) e "legarli" ad obbligazioni emesse. In poche parole: io banca concedo un prestito a te Ninja, siccome è alta la possibilità di inadempienza pareggio il rischio con interessi molto alti; ora ho in mano dei crediti che sì mi rendono molto, ma scottano di insolvenza, per dormire tranquillo emetto delle obbligazione direttamente connesse a la risoluzione di questi prestiti, se il ninja paga ci guadagno io banca e la persona che ha acquistato queste obbligazioni, se il ninja non paga non essendo l'obbligazione un titolo a capitale garantito io banca non sono più tenuta a pagare e accollo il danno al risparmiatore che mi aveva acquistato l'obbligazione.
Non fa una piega. Le banche possono incassare interessi elevatissimi e trasferiscono i rischi a terzi. Ora, sembrerebbe un meccanismo in grado di andare avanti ad oltranza. Piccolo problema, nel 2006 si sgonfia la bolla immobiliare e, visto che i prestiti subprime sono concessi essenzialmente per l'acquisto di immobili, una piccola fetta di debitori si scoprono inadempienti (un calo minimale: 0,8% nell'agosto 2007).
A questo punto il panico di insolvenza generale (panico ingiustificato dai numeri) innnesca una vendita di massa di questi titoli derivati dai mutui subprime: tutti vendono, nessuno compra, quello che le banche mettevano in attivo (tanto ci guadagnavano comunque) si trasforma in un boomerang, i bilanci sono da riscrivere, comincia il crollo...
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